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Barbara Tamburro

MARIO SUGHI

in Un desiderio senza più tempo Mario Sughi alla 6° Senso Art Gallery,

Roma 15 Marzo - 5 Aprile 2018, Catalogo della Mostra (Vanilla Edizioni, 2018)

 

Conosco Mario Sughi da quando nel 2012 feci in galleria la sua

prima mostra romana. Il merito della sua conoscenza lo devo al

padre Alberto, grande pittore figurativo nonché amico di mio

padre. Ricordo una delle volte in cui andai a trovarlo a studio e

mi parlò di suo figlio Mario, un illustratore e artista che viveva a

Dublino.

Da quel momento mi incuriosii e tornata a casa andai subito a

vedere le sue opere su internet. Rimasi positivamente colpita

dall’impatto visivo delle sue opere, dalla delicatezza del disegno e

dai colori brillanti.

Le sue opere infondono una piacevole armonia visiva, sia

guardandole nell’immediato sia nel lungo tempo. Così decisi

di organizzare la sua prima mostra nel 2012. Mario venne

all’inaugurazione a Roma insieme alla compagna Sarah e alla

sorella Serena e per me fu una grande gioia conoscerlo di persona.

Mi resi subito conto di avere davanti una persona autentica, una

persona che ama parlare della sua arte con quella semplicità che

pochi artisti possiedono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Mario Sughi con Barbara Tamburro, a 6° Senso Art Gallery, Roma, 17 Marzo 2018

 

 

A distanza di cinque anni sono rimasta in contatto con Mario, ho

continuato a seguire il suo lavoro, accorgendomi della sua costante

ricerca di perfezionamento artistico. Ho notato un’evoluzione

stilistica nei suoi ultimi lavori: una maggiore attenzione per i

dettagli, una maggiore espressività delle figure ed una maggiore

semplificazione dei volumi e dello spazio.

I suoi primi lavori erano realizzati con il processo della stampa

digitale a getto d’inchiostro ed erano a tiratura limitata, mentre

i nuovi lavori, pezzi unici, sono realizzati con la tecnica del new

mix media ottenuta attraverso la pittura digitale e tradizionale, la

fotografia, il disegno a mano libera.

Le sue figure, prevalentemente femminili, sono raffigurate nella

loro quotidianità: sdraiate sui prati, su spiaggie, su terrazzamenti

o a bordo piscina, sono sempre alla ricerca della tranquillità, di

un posto calmo dove riposare e riflettere, come a voler fermare

il tempo che scorre troppo velocemente e che delle volte sembra

sfuggirci e svanire. Ogni volta che osservo un’opera di Mario Sughi

provo una sensazione di armonia ed è come se osservassi la realtà

dal di fuori e ne percepissi ogni singola sfaccettatura.

 

 

 

Barbara Tamburro

storica dell’arte, curatrice e

gallerista di 6° Senso Art Gallery

 

 

 

 

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